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"BACKGAMMON"


La scorsa puntata abbiamo visto che i tiri diretti non sono tutti equivalenti; il principio generale è che essendo esposti ad un tiro diretto, quanto maggiore è la distanza tanto maggiore è la probabilità di essere mangiati; il discorso si inverte con i tiri indiretti: la pericolosità diminuisce quasi sempre all’aumentare della distanza, come si può vedere dalla seguente tabella:

distanza    tiri con i quali si viene colpiti
7 4-3, 3-4, 5-2, 2-5, 6-1, 1-6 (6 su 36)
8 2-2, 4-4, 5-3, 3-5, 6-2, 2-6 (6 su 36)
9 3-3, 5-4, 4-5, 6-3, 3-6 (5 su 36)
10 5-5, 6-4, 4-6 (3 su 36)
11 6-5, 5-6 (2 su 36)
12 3-3, 4-4, 6-6 (3 su 36)
15 5-5 (1 su 36)
16 4-4 (1 su 36)  
18 6-6 (1 su 36)
20 5-5 (1 su 36)
24 6-6 (1 su 36)

Chiaramente i valori riportati sono validi se non vi sono ostacoli inter-medi, cioè punte occupate che im-pediscono certe mosse.
Consideriamo ad esempio la situa-zione della figura seguente. Doven-do ancora muovere un solo 1, a pri-ma vista potrebbe sembrare indiffe-rente muovere la pedina in 17 o in 15, ma non è così: nel primo caso un 5-5 del bianco diventerebbe un tiro micidiale perché gli consenti-rebbe di mangiare il nostro blot in 16 e di vincere probabilmente un gammon; 


backgammon1.jpg


nel secondo caso invece i nostri blot in 14 e 17 non possono essere rag-giunti da alcun tiro avversario, per cui il 5-5 consentirebbe al bianco di far scappare il runner sulla punta l e di ottenere probabilmente una vitto-ria singola.

Ed ora il problema della settimana

Il Nero deve giocare 5-1


backgammon2.jpg

Soluzione: 6-1, 24-23
Il nero è intrappolato dietro al prime avversario e la sua preoccupazione principale è ora non permettere al bianco di mandargli indietro una terza pedina, per non aumentare le possibilità di perdita doppia; dunque cercherà di aprire le sue punte in ordine senza esporre alcun blot. L’altra pedina inoltre inizia la conquista della punta 23, che più tardi potrà infastidire l’avversario più della 24.